Un identikit, un ritratto che offre il volto di un prezioso, intenso cammino che ha visto tanti laici credenti impegnati a favorire e sostenere le vocazioni al sacerdozio ministeriale della Chiesa cattolica, ad incoraggiare e valorizzare quelle religiose e alla vita consacrata, mediante il reciproco aiuto a riconoscere e a rispondere alla propria, personalissima chiamata di Dio alla Santità. Ecco, in sintesi, la relazione tenuta da Francesco Giuseppe Baratta, Presidente della Fondazione Beato Junipero Serra. al Convegno di Genova. Il giornalista e scrittore di Sestri Levante ha percorso il mezzo secolo di cammino e di servizio di questa nuova esperienza ecclesiale, assolutamente inedita nel panorama dell'associazionismo cattolico dell'Italia di cinquant'anni fa. I primi passi del Serra in Italia e in Europa avvengono all'ombra (o alla luce?) della Lanterna grazie all'azione del locale Arcivescovo, il Cardinale Giuseppe Siri che intuisce le potenzialità offerte dall'esperienza statunitense e ne appoggia calorosamente l'innesto in terra italiana e genovese. Seminagione e fioritura avvengono grazie a pastori appassionati dell'Annuncio Cristiano: un missionario saveriano, Padre Luigi Ferrari, il Cardinale Siri, Monsignor Luigi Noli, oggi decano dei Cappellani del Serra. "Proporre il problema vocazionale all'interessamento dei laici in quegli anni antecedenti Vaticano II significava precorrere i tempi, ma anche la metodologia di attività vocazionale rappresentava una grossa novità" ha sottolineato Baratta che ha ricordato quanto disse proprio il Cardinale Siri a proposito dell'esperienza serrana. "Perché ho curato l'apertura del Serra? Perché ho sempre creduto che le cose debbano camminare in avanti, ma che durante il cammino qualcosa sul metodo debba cambiare ... Cosa presentava di nuovo il Serra? Il Serra, fissati gli scopi principali, passa all'azione secondo la logica pragmatica americana, servendosi del. l'ora di colazione o di cena, pone sul tavolo un problema urgente come quello delle vocazioni. Padre Serra - rammenta Baratta - era missionario in California. Egli costruiva in ogni Missione un edificio con cappella e alcuni locali adibiti a dispensar' e scuola di catechismo. Quindi lasciava sul posto dei laici cui affidava la diaconia della carità e della parola. Cosi continuava Siri: i laici si impegnavano a sostituirlo, in quel che potevano, in attesa che altri sacerdoti arrivassero... L'occidente americano ed europeo si è accorto e si è ricordato di Padre Serra scoprendo le sue orme missionarie, una soprattutto la sua passione per le vocazioni. Ancora il cardinal Siri: Non basta la voglia di vocazioni, bisogna curarsi di vocazioni„. Così concludeva - Questo ei fa capire quanto il Serra Club sia arrivato a tempo, a tempo giusto! In una nota del 1960 - osserva il Presidente della Fondazione - Siri spiegava che il Club Serra mette in orbita persone che, senza l'associazione, vivrebbero magari una vita da buoni cattolici, ma senza slanci, senza impegno nel campo dell'apostolato". Il relatore ha quindi ricordato quei giorni e quegli armi davvero memorabili: "Innanzi tutto ci si dedicò a creare una base solida fra i soci, incrementando l'amicizia fra di loro, sollecitando un sempre maggior contatto fraterno con i Sacerdoti ed i Seminaristi, il tutto corroborato dalla preghiera per le vocazioni e da brevi ed efficaci lezioni catechistiche tenute dal Cappellano," meetings bimensili si aprivano con la Celebrazione della S. Messa; quindi il programma interno che prevedeva l’alternarsi dì riunioni a carattere organizzativo con altre formative con brevi conferenze e dibattiti a fondo vocazionale, tenuti da laici e sacerdoti su temi prefissati. Contemporaneamente la promozione di attività verso l'esterno per facilitare la presenza del Club nella società e la testimonianza dei singoli soci del proprio impegno a favore delle vocazioni. Ricordo ad esempio nel 1960 iI circolo dei giovani; nel 1961 la prima mostra vocazionale; nel 1962 la settimana vocazionale; nel 1964 fa consegna della medaglie in vero oro alle mamme dei sacerdoti; nel 1967 la giornata della scelta della vita con concorsi scolastici; nel 1968 il centro diocesano giovanile di orientamento; nel 1981 il Serraday (adottato poi in tutto il mondo serrano)''. Nel 1966 con l'interessamento di Padre Ferrari, era nato il Club di Roma n. 305 - e poco dopo Serra International divise l'Italia in due distretti: il 70 comprendente la Toscana e tutte le regioni al nord e il 72 per il centro-sud e le isole. Attualmente in Italia vi sono 10 distretti con 77 Clubs Incorporati. Dopo il Congresso Nazionale, tenuto a Varsavia, nel 1991 "e con l'attivo interessamento del generale La Verghetta di Padova" ha sottolineato Baratta. il Serra è presente nell'Europa dell'est con 25 Clubs e 500 Soci serrani. Ogni club Serra mantiene una assoluta autonomia ed è considerato la vera "cellula" dove si svolge l'attività di apostolato serrano: attività che viene prestata in sintonia e spesso su indicazione del proprio Vescovo ed a favore della propria Diocesi. Francesco Baratta ha quindi voluto ricordare e ringraziare alcuni serrarli particolarmente significativi per la storia del Movimento in Italia e in Europa: Monsignor Luigi Noli, presente al Convegno: il generale La Verghetta, scomparso nel 2003, artefice dell'estensione dei Serra nell'Europa dell'Est; l'ammiraglio Alfredo Brauzzi, anch'egli scomparso, che viene ricordato dai suoi familiari affidando alla Fondazione Italiana Beato Junipero Serra la disponibilità economica per una borsa di studio per seminario o seminarista bisognoso, che verrà ripetuta per altri 6 anni. dopo il primo scorso anno 2008, Il relatore ha quindi ricordato le parole che i Sommi Pontefici hanno dedicato all'esperienza del Serra e ha concluso citando Giovanni Rizzerio: "la celebrazione è occasione di rivisitazione del passato per capire rl futuro. La speranza vive quindi nel “coltivare le radici”, favorendo il massimo di unità all'interno del movimento, operando con grande concretezza senza imitare altri Clubs service. Quanto più le nostre risposte avranno come logica la ricerca di Cristo, come centro di tutta la nostra storia, ramo più saremo Serrani, non per quello che faremo ma per quello che dimostreremo d'essere". Serrano fa rima con cristiano, in parole e in opere. * Giornalista de “il Giornale” |