Il Serrano non dimentica, innanzitutto, che il suo primo dovere è alimentare la sua intima amicizia con Cristo, memore che, se il tralcio si stacca dalla vile non produce più alcun frutto, anzi muore. La famiglia assume il ruolo principe del suo sacerdozio: l'amore per la sposa, una sana e costante educazione dei figli sono la prima manifestazione ed il primo frutto di un sincero amore a Cristo ed alla Chiesa. Trascurare la propria famiglia è trascurare Cristo e non si è certo buoni testimoni nel contesto della società. Dall'amore alla famiglia il Serrano agevolmente spazia sull'amore alla Chiesa: la parrocchia. la diocesi, la Chiesa intera rappresentano la grande Famiglia dei figli di Dio, nella quale quotidianamente egli ritrova Cristo con cui rapportarsi costantamente. Le esigenze della Chiesa divengono pertanto le sue esigenze. E non v'è esigenza maggiore, nella Chiesa del nostro tempo. (ma di tutti i tempi), che quella di famiglie sane e di un sacerdozio ministeriale che da queste fiorisce. nella dimensione della santità personale e della cultura religiosa, E nel sacerdozio ministeriale che Cristo ha collocato le radici vitali di ogni comunità cristiana, la fonte della Eucaristia della quale la Chiesa vive e del Perdono sacramentale. Per carisma proprio, il Serrano avverte più di altri, che scarsezza di ministri significa immediata anemia di ogni vitalità nelle comunità ecclesiali. Prega pertanto innanzitutto, ogni giorno secondo il comando di Gesù, "affinché il Padrone della Messe mandi operai nella sua messe", (Mt 8.38). Con santa operosità poi esercita quel discernimento, frutto dello Spirito Santo che abita il lui, per il quale sa intuire ed incoraggiare la manifestazione della chiamata nei figli e negli adolescenti che gravitano nell'ambito delle sue conoscenze. Quante vocazioni autentiche forse sono andate perse nel nostro tempo, con incalcolabile danno per la Chiesa, perché nessuno e nemmeno io Serrano mi sono curato di scoprirle e coltivarle, magari nonostante segni manifesti! Tutti i fedeli chiedono ed esigono per le loro comunità sacerdoti, ma quanti collaborano a coltivare vocazioni? Il Serrano, proprio perché sente la forza del suo carisma, deve essere il primo a combattere. tanto per cominciare, il pregiudizio, ingiurioso e tardo a morire, che un figlio ben dotato, che si incammina verso il seminario, sia quasi una giovinezza sprecata, cosicché al Signore, secondo il paragone biblico, dovrebbero essere riservate le pecore zoppe o minorate. E allora, ricominciamo intanto a pregare nelle nostre famiglie, con continuità e con intensità. La preghiera per le vocazioni non è dunque da considerarsi un sovrappiù nella vita del Serrano, ma l'espressione di una componente strutturale della sua appartenenza alla Chiesa: se, nella nostra famiglia, venisse a mancare, non soltanto denoterebbe una grave carenza di senso religioso ma, ancor più, del non sentire la Chiesa come Gesù stessa l'ha voluta, chiamando attorno a sé degli apostoli e inviandoli nel mondo intero come ministri della sua Parola e della sua grazia, |