due nuovi Seminaristi ... Alberto Gastaldi e Andrea Buffoli Abituato a raccontare giornalmente per lavoro gli avvenimenti della nostra zona, con Io stato d'animo di chi scrive comunque di vicende di “altri”, mi trovo per la prima volta non senza difficoltà a scrivere un articolo che mi riguarda personalmente. Il motivo riguarda la scelta che ho compiuto recentemente e che ha comportato un cambiamento radicale nella mia vita: a ottobre sono entrato in seminario a Chiavari per iniziare un cammino di verifica che vede come obiettivo la dedizione completa a Dio e al prossimo. La scelta è maturata dopo oltre un anno di riflessione personale e di confronto per cercare di fare luce su un'intuizione: a 26 anni ho sentito l'esigenza di non limitarmi a un'esistenza “tiepida”, accontentandomi di raggiungere obiettivi a breve termine. Un comportamento che spesso l'opinione comune considera al "massimo", ma io desidero provare a guardare oltre il mio sguardo per fissare traguardi a più largo respiro. Sento l'esigenza di approfondire in modo serio il mio cammino religioso, nell'ambito di una considerazione che riguarda gli aspetti essenziali della vita. Un'esigenza che, in passato, mi sembrava lontana, o quanto meno offuscata: negli ultimi mesi, Invece, l'idea di iniziare un percorso di verifica continuava a riempire i miei pensieri, confermando l'impressione della maturazione di una possibilità. Durante l'estate ho deciso così di lasciare il mio lavoro per iniziare l'esperienza in seminario: non per estraniarmi dal contesto che mi circonda, ma per cercare di dare una lettura più profonda alle vicende mie e degli altri. Non nascondo il peso della scelta, ma soprattutto metto in risalto la motivazione che mi ha portato a compiere questo passo. Giorno dopo giorno, sentivo che potevo impegnarmi appieno per qualcosa di più importante, rispetto a una priorità di occupazioni portate sempre avanti. Sentivo nel mio intimo di potermi aprire a un discorso più coinvolgente con Dio. Impegnarmi per una dedizione più attenta verso il "prossimo", senza cercare di dedicarmi solo alle preoccupazioni personali. Il tutto, supportato dalla convinzione di sentirmi comunque molto "povero". nel senso di trovarmi sulla soglia di un'esperienza misteriosa. Partendo da questo contesto, considero Importanti alcune "tappe" che mi hanno riguardato nell'ultimo anno, in particolare l'animazione nei campi estivi e in parrocchia, gli incontri formativi condivisi con i giovani della diocesi. Possibilità stimolanti per aprire nuove occasioni di riflessione e confronto. Nell'ambito delle opportunità organizzate a livello diocesano sono entrato in contatto anche con i ragazzi del seminario e, in questo modo, ho potuto iniziare a capire una realtà che conoscevo più che altro "per sentito dire". Naturalmente non dimentico il lungo cammino compiuto nella parrocchia di San Gervasio e Protasio a Rapallo, iniziato nei primi anni delle elementari e proseguito anche negli anni successivi, soprattutto a cavallo tra la fine delle superiori e l'inizio dell'università, quando il discorso sembrava attenuarsi. Frequentando il gruppo parrocchiale ho continuato a interrogarmi, spesso scontrandomi con una dura realtà: terminalo il campeggio in Val d'Aosta con grandi prospettive, la realtà rapallese appariva più dura e, buona parte dell'entusiasmo. finiva dopo pochi mesi. Sono cresciuto insieme a un gruppo di ragazzi, condividendo gioie e ansie: l'auspicio è continuare questo legame. anche se materialmente sarò un po' più distante. Un pensiero lo voglio rivolgere alla mia famiglia che da subito si è sforzata di capire la mia scelta. Anche nei momenti iniziali più difficili, il desiderio dei miei familiari era sempre quello che imboccassi la strada migliore per la mia felicità. In questi giorni, ho visto tra conoscenti e amici tanti volti pieni di stupore alla notizia del mio ingresso in seminario. Tra le tante, non dimentico le parole giunte da alcune persone al di fuori di un discorso religioso. Pur non condividendo la decisione assunta, hanno considerato l'importanza di una riflessione. Alberto Gastaldi
Sono Andrea della parrocchia di Rivarola, un ragazzo di 14 anni e sono felicissimo di essere entrato a far parte di questa comunità. Fin da piccolo era viva in me questa chiamata; durante questi anni, partecipando ai campi estivi dl Montemoggio ho conosciuto alcuni seminaristi. ed erano simpatici e molto gentili. Finalmente presi poi la grande decisione: in prima superiore sarei entrato. Lo dissi subito al mio parroco, che con grande gioia ed entusiasmo mi appoggiò fin dall'inizio. Il mio obiettivo era quello di verificare qual era la mia strada e di condividere un'esperienza nuova con altre persone. Dall'anno scorso, cominciai ad avere incontri mensili con il rettore, in cui lui mi spiegò come era formata la giornata, la vita del seminarista. Partecipai, insieme a loro. ad alcune iniziative (Pellegrinaggio a Roma ...) e mi sentivo sempre più a mio agio. Il mese scorso ci siamo recati in Francia (Ars e Taizé) e lì sono ufficialmente entrato a far parte di questa grande famiglia. insieme ad altri ragazzi più grandi. Spero che il seminario sia per me un tempo per riscoprire la figura di Gesù, e per imparare a convivere e condividere con gli altri ragazzi un'esperienza di amicizia e amore. Desidero ringraziare D. Tonino perché mi ha sempre aiutato e appoggiato in questa mia scelta, e i miei genitori che in tutti questi anni non si sono mai opposti e mi hanno sempre sostenuto. Andrea Buffoli |