Giovanni Paolo lI in visita alla Diocesi di Chiavari Il Serra Club Tigullio parte attiva del comitato di accoglienza ...
È finita la calda stagione anche a Chiavari, a Rapallo, a Santa Margherita, a Lavagna e a Sestri Levante, meravigliosa fascia costiera urbana che si estende da Portofino a Moneglia e la «ripresa» non poteva avere un «inizio» più vero ed impegnativo: la visita di Giovanni Paolo II, pellegrino tra le Chiese locali dell'Italia che continua a vivere una stagione carica di tensioni e di attese. Proprio dieci giorni fa, a Loreto, è ripresa, nella Santa Casa, la Preghiera quotidiana per l'Italia ed è stata accesa la Lampada che arderà per simboleggiare l'invocazione del popolo italiano sul presente e sul futuro della nazione. E nel segno della preghiera, intensa e fraterna, i fedeli seguono la testimonianza itinerante del Papa, in questi giorni pellegrino in Liguria e in Lombardia. Due regioni del nord dell'Italia, che cullano sogni possibili e guardano al domani nel segno della solidarietà, della condivisione e della partecipazione. La Chiesa guarda all'«oggi» e al «domani» di queste comunità condividendo attese e speranze, urgenze e progetti. Il Papa è venuto per dare, come più volte ha ripetuto nei suoi discorsi di questo fine Millennio, «ragione alla speranza». A Chiavari Giovanni Paolo II è venuto per «pura gratuità», ha ripetuto più volte Mons. Alberto Maria Careggio, Vescovo di questa diocesi da appena tre anni, particolarmente legato a Giovanni Paolo II da sentimenti filiali per essere stato «compagno di cordata» durante il soggiorno alpino in Valle d'Aosta fino al luglio del 1995. «Nessuna beatificazione, nessun centenario, nessuna inaugurazione ha spinto il Papa a venire tra noi — ha ripetuto più volte il Presule — ma solo l'amore per la nostra giovane Chiesa che ha appena centocinque anni di storia».
«Da vent'anni ci sei padre» «Noi siamo la tua speranza». «Nessun uomo è lontano». «Grazie». «Da vent'anni ci sei padre». Queste alcune delle tante scritte riportate dai ragazzi, dai giovani e dagli adulti sui lunghi striscioni preparati per l'occasione, estesi durante il percorso dal campo sportivo fino alla Cattedrale. Dai balconi antichi di corso Vittorio Veneto, di piazza Matteotti e di via dei Martiri della Liberazione, fino alla piazza di N.S. dell'Orto, pendevano, in segno di festa, panni ricamati e di velluto, bandiere d'Italia e del Vaticano. In migliaia e migliaia si sono ritrovati per oltre un chilometro e mezzo chiavaresi e turisti per salutare il Papa al suo passaggio. In piazza, per l'incontro con la cittadinanza, erano il Ministro di Grazia e Giustizia, rappresentante del governo italiano, on. Giovanni Maria Flick, il sindaco di Chiavari, Vittorio Agostino, ed i sindaci dei venticinque Comuni del territorio con i loro gonfaloni. Benvenuto Santo Padre in questa Cattedrale-Santuario — ha detto il Vescovo di Chiavari nell'indirizzo d'omaggio formulato durante l'incontro con i sacerdoti e le anime consacrate riuniti in Cattedrale — e nel contempo Cenacolo dove lo Spirito Santo effonde la luce e la forza dei suoi doni su coloro che consacra per sempre al suo servizio d'amore».
Una missione che non conosce soste Benvenuto — ha proseguito in questo luogo dove la Vergine Maria, invocata col titolo di N,S, dell'Orto e qui apparsa il 2 luglio 1612 al giovane Sebastiano Descalzo, incoraggia e abbraccia, con cuore di Madre, coloro che si votano totalmente al Figlio suo per una missione di apostolato e di contemplazione». «In Voi, Santo Padre, — ha sottolineato il Vescovo Careggio — noi tutti vediamo il Cristo crocifisso e risorto. Quanto vorremmo, come Maria di Magdala, poter stringere, baciare e trattenere i piedi del Portatore di pace! Ma come per Gesù sulle strade di Galilea, così la Vostra missione non conosce soste: Vi porta continuamente lontano per le vie del mondo per annunciare a tutti il Regno e confermare i discepoli. Avvertiamo dunque, con straordinaria gratitudine, la preziosità di questa sosta in mezzo a noi. Dono più grande non poteva essere concesso a questa diocesi poco più che centenaria; dono più prezioso non poteva esserci dato nel nostro cammino di preparazione al Grande Giubileo ormai alle porte». Nella Cattedrale, ornata a festa come nei giorni di luglio in cui si celebra la ricorrenza patronale, si conserva il ricordo della sosta di preghiera di Papa Pio VII il 12 luglio 1809. Un lapide ne tramanda la memoria. Ad ascoltare il Papa erano i 142 sacerdoti ed i 48 religiosi che curano le 139 parrocchie della diocesi che conta 140.000 abitanti, i tre diaconi permanenti, le oltre 400 religiose dei 47 istituti femminili che operano nel territorio diocesano. Canti, preghiere, lunghi ed interminabili applausi per il Papa che ha sempre avuto per i suoi sacerdoti e per le anime consacrate una particolare predilezione e gesti concreti di benevolenza e di amore. Il primo incontro di preghiera si è svolto venerdì sera in Cattedrale. All'omelia Giovanni Paolo II ha legato la Parola proclamata poco prima, con l'evento che si stava celebrando attorno all'altare. Erano oltre centomila le persone in ascolto e tante altre unite con l'evento attraverso la televisione diocesana e via radio. «Il Papa — ha detto all'omelia — è venuto tra voi soprattutto per questo: per recarvi la parola salvifica del Vangelo, e per aiutarvi in questa verifica.. Saluto con affetto il vostro Vescovo Mons, Alberto Maria Careggio. Vi ho mandato come Pastore lui, che mi ha accompagnato sui sentieri di montagna, perché possa accompagnarvi sui sentieri che portano verso il Cielo! Aiutatelo ad essere per tutti voi una buona guida!». Sincero e corale è stato l'applauso di ringraziamento dell'assemblea orante. «Come Successore di Pietro — ha proseguito il Santo Padre — vi invito a crescere nell'unità e nella missionarietà, seguendo le direttive del Sinodo (l'assise si è celebrata nel 1992 a cento anni dalla fondazione di questa Chiesa particolare). Siate sempre più uniti tra voi — ha esordito ancora — e, nello stesso tempo, apritevi ai vasti orizzonti dell'evangelizzazione: tutti coloro che non hanno ancora incontrato Cristo e la Chiesa vi devono stare a cuore, a partire dal nostro territorio fino ai Paesi di missione». Giovanni Paolo II ha poi affidato la Diocesi di Chiavari a Maria, Madre di Cristo e della Chiesa: «Ella — ha auspicato — sia sempre al centro della vostra comunità, come lo fu tra i primi discepoli a Gerusalemme. Per sua intercessione, in questo secondo anno di preparazione immediata al Giubileo del Duemila, invochiamo insieme una rinnovata effusione dello Spirito Santo su questa giovane diocesi, perché ascolti sempre la Parola di Dio e la metta in pratica, e, oltre che di bellezze naturali, sia sempre più ricca di fede, di speranza e di amore».
Essere segno di speranza per l'umanità Davanti al Successore dell'Apostolo Pietro che nella Chiesa universale ha il compito di confermare nella fede e presiedere alla carità, tutta la diocesi di Chiavari ha rinnovato la professione di fede per vivere la comunione nella santa Chiesa ed essere segno di speranza per tutti gli uomini. È seguita la preghiera universale per la Chiesa, per il Santo Padre Giovanni Paolo II, per le urgenze del mondo e per la comunità diocesana di Chiavari. Con il Papa sull'altare erano il Vescovo della diocesi Mons. Careggio, il Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Genova e Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana; i Vescovi della Liguria; l'Arcivescovo Giovanni Battista Re, Sostituto della Segreteria di Stato; l'Arcivescovo Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Nunzio Apostolico in Italia; il Vescovo emerito Mons. Daniele Ferrati; il Vescovo James Michael Harvey, Prefetto della Casa Pontificia; il Vescovo Mons. Stanislaw Dziwisz, Prefetto Aggiunto della Casa Pontificia. Ai piedi dell'altare erano i sacerdoti ed i religiosi concelebranti della diocesi. Per la presentazione dei doni il coro polifonico ha eseguito il canto dell'«Ave Maria. e alla comunione l’«Ave verum Corpus, natura de Maria Virgine», l’«Alma Redemptoris Mater». A conclusione della solenne Concelebrazione, tutto il popolo ha elevato la sua preghiera alla Regina dell'Orto, «o clemente, pietosa regina, col Bambino che tieni sul cuore, a conforto del nostro dolore è un invito a guardare, a veder». Erano in tanti sul lungomare i fedeli giunti dai 25 comuni del Tigullio per pregare con il Papa e deporre sull'altare di Dio le loro attese e le loro speranze. A tutti il Papa ha consegnato impegni urgenti e programmi per l'immediato futuro. Gianfranco Grieco (dall’Osservatore Romano del 20 settembre 1998) |